BORDIGHERA
Bordighera è una località turistica, famosa a partire dalla seconda metà del XIX secolo grazie ai racconti che ne fece Giovanni Ruffini ne “il dottor Antonio”, romanzo scritto per cercare di suscitare le simpatie dell’Inghilterra e della Francia per le sorti dell’Italia dell’epoca risorgimentale. In seguito alla pubblicazione del romanzo numerosissimi
turisti inglesi, favoriti anche dalla costruzione della linea ferroviaria, scelgono la “Città delle Palme” per i propri soggiorni invernali: non mancano di visitare la “Locanda del mattone” dove la dolce Lucy, protagonista della narrazione, aveva ricevuto le cure del medico. La locanda si trova poco sopra la spiaggia del Giunchetto.
Poco distante sorgono le palme spontanee, millenarie e monumentali e la straordinaria vegetazione del sentiero del Beodo, la stessa che affascinò Claude Monet. Il pittore impressionista francese trovò qui nel 1884 una fonte inesauribile di ispirazione, grazie alla quale rese eterne e famose nel mondo le immagini di Bordighera e di Dolceacqua, il borgo medievale che visitò in una giornata per lui memorabile. Di Bordighera e dei suoi giardini scrisse:
“La riviera ligure è rischiarata da un sole che modella le forme ed accarezza la natura, e le barche dei pescatori solcano le acque d’un mare verde-blu che non posso descrivere a parole. Acqua, fiori e poesia si confondono in un’armonia musicale di colori che i miei occhi non hanno mai incontrato. […] Inoltre per dipingere certi paesaggi bisognerebbe avere una tavolozza di gemme e diamanti. È mirabile”.
A pochi passi da Giunchetto Property c’è il piccolo promontorio della Madonna della Ruota, dove Lodovico Winter, botanico e architetto del paesaggio, aveva realizzato l’altro suo celebre giardino-vivaio, riprodotto in tante cartoline illustrate dell’epoca: un’immagine che contribuì alla diffusione della fama esotica di Bordighera in tutta Europa. Un luogo unico, mite, accogliente, dove mettere a dimora in sicurezza il vivaio delle palme più belle.
Nel capitolo dedicato ai Cavalieri Templari del libro “Origine e Storia del Principato di Seborga”, lo storico Giorgio Pistone fa riferimento a una carta geografica conservata nella Curia Vescovile di Ventimiglia, nella quale è nettissimamente indicata una linea colorata, di un certo spessore, che dal limite meridionale del Principato di Seborga giunge fino al lido del mare in località Giunchetto.
La spiaggia fu quindi certamente utilizzata dai frequentatori del Principato di Seborga, Catari, Cistercensi, Cagoti, Templari. Antico feudo dei Conti di Ventimiglia, nel 1079 Seborga diventa un Principato del Sacro Ro-mano Impero e nel 1118 diventa il primo ed unico Stato sovrano Cistercense della Storia. Tale resterà sino al 1729.
L’insenatura naturale al centro della quale si trova la spiaggia del Giunchetto deve esse-re parsa particolarmente ospitale anche a Fulcone di Villaret, Gran Maestro dell’Ordine Gerosolimitano di San Giovanni, ordine dei cavalieri custodi del Santo Sepolcro, nobile provenzale che agli albori del XV secolo qui approdò salvandosi, dopo esser stato sorpreso insieme al suo equipaggio da una tremenda tempesta nel golfo ligure mentre era diretto dalla Palestina alla Francia. Per ringraziare San Giovanni, fecce erigere una cappella, dove poi i Cavalieri di Rodi costruirono un ospizio, dando origine al nucleo abitativo di Ospedaletti.